Apricale Hotel - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
Chiesa Parrocchiale della Purificazione di Maria Vergine.
  E' la principale del paese, situata in posizione centrale e scenografica, davanti alla "Torracca" - la piazzetta che domina la piazza principale del borgo. Il suo aspetto odierno é il risultato di numerosi rifacimenti e ingrandimenti che a partire dal Duecento ne hanno mutato sia l'orientamento sia la dimensione. Gli ultimi interventi edilizi risalgono al 1760 con la trasformazione in stile barocco. Secondo la tradizione locale, il precedente edificio seicentesco venne in parte demolito e il suo orientamento ribaltato in modo che la facciata prospettasse sulla piazza e il fianco destro corresse parallelo al Castello. Arredi interni e finiture richiesero un altro decennio e furono conclusi grazie al concorso economico della popolazione.
L'Oratorio di San Bartolomeo.
  L'Oratorio di San Bartolomeo L'Oratorio domina anch'esso la piazza principale del borgo e si eleva sopra la doppia arcata della fontana, prospettando la sua facciata di fornte al giardino pensile del Castello e alla Chiesa Parrocchiale. La sua costruzione risale agli inizi del Cinquecento, quale sede della Confraternita omonima, che era solita festeggiare qui sia la ricorrenza del Santo (24 agosto) sia quella della Madonna della Neve (5 agosto). Nel settecento si provvede a intonacarlo e probabilmente a decorarlo in forme barocche. La semplice facciata é scandita da quattro lesene con capitelli corinzi, ai lati del portale sovrastato da un grande oculo ellittico; l'alto campanile é a vela centrale. L'edificio presente un'unica aula rettangolare con copertura a volta; le sobrie decorazioni sono barocche.
Chiesa cimiteriale di Sant'Antonio Abate.
  L'origine di questa chiesa cimiteriale, dedicata al santo patrono di Apricale, é duecentesca, ma dell'edificio originario rimane integra soltanto l'abside in conci di arenaria, decorata in alto da una fila ininterrotta di archetti pensili che Nino Lamboglia definisce di tradizione romana. Attorno alla chiesa si estendeva un cimitero, così come era avvenuto in precedenza nel campo antistante San Pietro in Ento e come avvenne presso la cappella di San Martino, in quanto la chiesa parrocchiale di Santa Maria Alba non disponeva di spazi idonei alle sepolture. Anche l'aula rettangolare ricalca le misure originarie, ma fra il 1771 e il 1776 fu sottoposta a ristrutturazione per il grave stato di degrado in cui versava; insieme fu rifatto anche il tetto e restaurata la sobria facciata seicentesca. Chiesa cimiteriale di Sant'Antonio Abate L'interno, scandito in quattro campate più l'abside, é custode di importanti opere d'arte antica. L'abside é decorato ad affresco con la figura centrale del Cristo in mandorla (cioè racchiuso tra due archi di luce che formano una grande aureola ellittica, appuntita in alto e in basso, sintesi di apoteosi e gloria), assiso in trono e con i piedi nudi e divaricati.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
  Sorge ai margini inferiori dell'abitato, lungo la mulattiera che conduce a Isolabona, sopra un rilievo roccioso e incassata nella valletta a poca distanza da un torrentello tributario del Mandancio, il rio San Rocco. Sulle sue origini non ci sono né documenti né certezze, soltanto ipotesi. Poteva essere una cappella porticata, luogo di sosta lungo l'itinerario che risaliva la valle, oppure una cappella addossata a un posto di guardia, posta a difesa dell'accesso meridionale del Borgo. La prima menzione scritta risale al 1520 e si trova in un lascito testamentario. La facciata della chiesa é a capanna e presenta una grande arcata a tutto sesto recintata da una cancellata, probabi,mente eretta nel 1739, data incisa sopra il muretto su cui poggia. L'unica aula rettangolare absidata, é addossata sul lato amonte, a un piccolo edificio attraversato da un portico, chiuso tra il fianco destro e la rampa a gradoni della mulattiera che scende dalla provinciale. Un piccolo campanile triangolare si innalza dall'angolo sinistro dell'abside.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli. Chiesa di San Pietro in Ento.
  Si tratta dell'edificio religioso più antico - anteriore alla stessa nascita del Borgo - di cui oggi rimangono solo i ruderi, che si trovano isolati su un poggio affacciato sulla Val Nervia, lungo l'antica strada che conduceva a Pigna, a oltre 3 km dall'abitato. Oggi sono inclusi in una proprietà privata e non sono visitabili, ma ne diamo ugualmente una sommaria descrizione per la loro straordinaria importanza. Nell'XI secolo questa chiesa fu la prima parrocchiale dei villaggi rurali circostanti, loro primitiva pieve dedicata a San Pietro e affiancata dal cimitero. Il toponimo Ento potrebbe riferirsi al convento benedettino da cui trasse origine, infatti la zona di San Pietro viene tuttora chiamata dai locali U Cunventu.
La piazza Cappella di San Rocco.
  Situata a nord del Borgo, vi si arriva risalendo via San Bartolomeo sino alla dorsale collinare in cui si incontra la strada panoramica del Feoga (di circonvallazione che dalla provinciale per Baiardo si collega alla strada interpoderale per San Pietro) e di qui si segue la stessa verso sinistra. Fu costruita lungo l'antica mulattiera per Pigna e viene ricordata già in un testamento del 1576. Dedicata al santo protettore delle pestilenze, presenta la semplice facciata rettangolare con due lesene agli angoli. La porta centrale, ha due finestrelle ai lati e un oculo superiore ed é sovrastata da un frontale curvilineo che nella nicchia della provvidenza centrale conserva una statua del santo. Purtroppo la cappella ha subito nel tempo un lento degrado.
Castello La piazza
  La piazza principale dedicata a Vittorio Emanuele II, è senza dubbio il cuore pulsante del Borgo, in cui si affacciano tutte le principali vie del paese e in cui fervono le principali attività pubbiche. Qui hanno infatti la sede oltre al Municipio, la Pro Loco, lo I.A.T., le Poste, le scuole elementari, nonché la chiesa parrocchiale e il Castello che la dominano dall'alto. Lo sbocco del grande spazio era un tempo difeso da un torriore, di cui rimane memoria nel nome della zona, la Turaca. L'insellatura ai piedi del Castello, forse adibita a fossato, venne sistemata alla fine del Quattrocento nella platea nova communis o platea magna, vasta area dalla forma irregolare quadrangolare in leggera discesa, su cui convergono sei strade e si affacciano come detto i principali edifici pubblici e religiosi. La pavimentazione è in lastroni di arenaria; al centro la pietra scolpita detto ciotu de magiu (pietra di maggio), costituiva la base per l'innalzamento dell'albero di maggio o della libertà, oggi usata in diverse occasioni vuoi come basamento per l'albero di Natale, vuoi come base per l'albero di ulivo nella festa dell'olio nuovo, vuoi per l'albero della cuccagna, durante la festa della primavera.
Castello
  La formidabile posizione del Castello, sopra uno sperone roccioso emergente dall'erta dorsale collinare e a dominio della sotto stante insellatura poi trasformata in piazza, autorizza a ipotizzare che in età preromana il sito ospitasse un castellaro, anche se finora sono mancati riscontri archeologici. Di certo si sa che furono i conti di Ventimiglia a sceglierlo intorno al X secolo per farne il baluardo difensivo del luogo attorno al quale si è poi sviluppato il Borgo medievale. La facciata era fiancheggiata da due torri quadrate, di cui la superstite, venne trasformata in campanile. Il toponimo Brìcure, attribuito alla zona immediatamente posteriore, è stato interpretato quale luogo di stazionamento delle macchine per lanciare pietre, o brìcole. Dopo un periodo di decadenza è stato acquistato dal Comune e sottoposto a un provvidenziale e radicale restauro, che lo ha restituito alla sua antica dignità. Sono stati inoltre recuperati gli ambienti sotterranei, mentre i signorili ambienti affacciati sul giardino pensile del piano rialzato accolgono diverse sezioni del Museo della Storia di Apricale. Il grandioso salone del piano superiore e le sue appendici laterali sono una sede perfetta per le mostre d'arte e le manifestazioni culturali che vi si susseguono durante tutto l'anno. Una foresteria garantisce inoltre agli ospiti illustri, un confortevole soggiorno.
  Superato il portone d'ingresso un breve corridoio immette nel giardino pensile (fiorito e profumato, diviso a metà da un vialetto coperto da un pergolato in ferro battuto reallzzato in loco nel 1930), che si prolunga anche ai lati. Sul fondo, un gruppo statuario intitolato Le marché aux femmes, che ritrae alcune figure femminili, è opera di François Bouché di Marsiglia; dello stesso artista è pure la scultura L'arbre de l'amour che si trova accanto al gazebo metallico. Una terza scultura, opera di Georges Boisgontier di Vence, raffigura Edipo re. Accanto alla palma, verso il campanile svetta un altro albero ad alto fusto, un elegante abete. Visto dalla sottostante piazza principale, il Castello della Lucertola, si mostra al visitatore con un alto muraglione in pietra a vista, che nella parte rivolta verso la chiesa presenta un doppio ordine di tre arcate a tutto sesto. La più interna dell'ordine Inferiore, chiusa da una cancellata e accessibile dall'interno, custodisce sulla parete il dipinto di Enzo Cini San Bartolomeo dei Fiori, che fu realizzato per l'oratorio di Apricale.
  Il panoramico e fiorito giardino pensile è anche il punto di partenza per una visita alle meraviglie che il Castello racchiude al suo interno. Sulla sinistra entrando si nota subito la doppia scalinata che immette nel museo del Castello (ingresso 5 euro): qui vi verrà incontro un simpatico personaggio dal fare bohèmién, René, il custode del Castello nonché poeta nostrano; egli vi condurrà alla scoperta delle 7 stanze tematiche del Museo proseguendo poi verso il piano superiore che è inetramente occupato dal grande salone delle esposizioni, in cui vengono allestite le mostre temporanee che si succedono nell'arco dell'anno.
  Sempre dal giardino pensile si può scendere nei sotterranei del Castello, coperti da volte a botte e già adibiti a cantine e depositi di derrate varie (alcuni ambienti erano probabilmente destinati a prigione). Recuperati e divenuti sede abituale della Festa dell'Olio nuovo in primavera, conservano alcuni attrezzi per il lavoro agricolo. Scendendo nella parte più bassa, formata da due antiche cisterne, si accede alla Loggia superiore che si affaccia sul sagrato della chiesa parrocchiale, e si entra nella Galleria del Teatro, un corridoio ricavato tra le mura antiche del Castello e i muri più recenti costruiti durante i lavori di sistemazione del giardino pensile all'inizio del Novecento.